Passopisciaro

Passopisciaro è una frazione del Comune di Castiglione di Sicilia, in provincia di Catania, spesso paragonata alla Borgogna per l’unicità dei vini che qui vengono prodotti. Una piccola realtà, tesa tra la profondità delle gole solcate dall’Alcantara e l’altezza dell’Etna, interprete di un messaggio antico che, dalle viscere del Pianeta, arriva direttamente ad un cielo variegato, sfondo della cima vulcanica.

Il Territorio di Passopisciaro

Il curioso nome di questa frazione pare essere associato all’assassinio di un pescivendolo (in dialetto “pesciaro”) che si narra sia avvenuto in tempi molto remoti.

Un’altra versione dell’origine del nome è legata alla sua posizione: Passopisciaro si trova al centro del Feudo delle Sciare e l’espressione “Passo per le Sciare”, che indicava la necessità di transitare obbligatoriamente da qui per andare in entrambe le direzioni, Linguaglossa e Randazzo, potrebbe essere stata mutata, con gli anni, in Passopisciaro.

L’abitato ed i terreni agricoli sorgono ad un’altitudine media di 620 mt sul livello del mare. Un piccolo paradiso per produttori di vino, che hanno imparato a conoscere e a domare le caratteristiche estreme di questo posto benedetto dalla luce e marchiato dal fuoco.

Una perfetta esposizione al sole e al vento, importanti escursioni termiche tra il giorno, quando il terreno nero è quasi una calamita per la luce, e la notte, quando le basse temperature paralizzano le viti ma non riescono a scalfire il calore della terra, e la mineralità del suolo sono la vera benedizione.

Non mancano, certo, gli ostacoli per chi chiede il meglio a vigne aggrappate alla montagna che, non di rado, vengono anche coperte dalla neve.

I muretti a secco, entrati a far parte del Patrimonio Unesco, spiccano in un’istantanea di Passopisciaro e sostengono, con apparente leggerezza, le terre scure, creando preziosi terrazzamenti che abbracciano il vulcano trattenendo l’acqua.

Contrada Feudo di Mezzo:

La nostra preferita tra le contrade dell’Etna

La vigna di Vita Nova si trova in Contrada Feudo di Mezzo, a 600 mt sul livello del mare. Questo non è un dettaglio trascurabile poiché sull’Etna i dettagli diventano diversità da valorizzare: qui, due vigne distanti pochi chilometri, infatti, possono dare vini completamente diversi.
Sull’Etna, le colate laviche o “sciare” quando si raffreddano diventano contrade – ovvero territori, simili alle “crus” francesi – che caratterizzano in modo univoco i vini che vi nascono.

Facile immaginare che, ancora una volta, questa variabilità dipenda proprio dalla “Montagna”, da Mamma Etna. Il Vulcano si è formato, per millenni, colata dopo colata, coprendo, ogni volta, le terre esistenti con nuova sostanza mai uguale a stessa. La lava scende lentamente, cambiando il territorio, reso dapprima sterile dalla la cenere, e poi, a distanza di anni, fertile e generoso. Poiché ogni contrada è frutto di un’eruzione avvenuta con modalità e in momenti differenti, il suo terreno ed i frutti che vi nascono hanno caratteristiche uniche ed irripetibili.

L’influenza che il vulcano ha sull’essenza delle singole vigne non si ferma qui, basti pensare all’effetto che le micro eruzioni hanno sui grappoli: gli sbuffi di fumo e cenere che l’Etna continuamente dispensa si lasciano accompagnare dal vento, per andare a donare protezione e vigore alle viti che li accolgono. Quella che sembra pura poesia è una realtà tangibile, un’affascinante diversità che si ritrova nel calice.  Proprio per valorizzare e sottolineare queste differenze, da una decina d’anni, è stato introdotto, nel disciplinare della doc Etna, il concetto di “menzione geografica aggiuntiva”, un toponimo che si inserisce in etichetta ed indica solitamente la contrada da cui provengono le uve: Feudo di Mezzo è una delle 133 contrade dell’Etna Doc.

La zona della contrada che accoglie la nostra vigna è caratterizzata da un terreno vulcanico, magro, sabbioso, poco profondo e ricco di minerali. Qui, ai tradizionali allevamenti ad alberello etneo si affiancano quelli a spalliera. La notevole altitudine, il microclima ed i venti consentono l’utilizzo di bassi livelli di zolfo e rame, quindi, da sempre, in Contrada Feudo di Mezzo, i trattamenti in vigna avvengono nel modo più naturale e sostenibile possibile.
Le sciare su cui crescono le nostre viti sono l’ultimo lembo della colata lavica dell’eruzione avvenuta nel 1566.

Dove la lava ha fermato il suo cammino, noi abbiamo iniziato il nostro.

Passopisciaro Vino Rosso

Un territorio dal carattere estremo, come quello di Passopisciaro, è rappresentato al meglio dai vini rossi che qui vengono prodotti con l’alleanza tra la terra e la memoria degli avi. Perché la lava può cancellare dei territori ma non può cancellare la tradizione che, a Passopisciaro, va a braccetto con l’innovazione.
L’Etna Rosso Doc è, senza dubbio, il vino di spicco a Passopisciaro e il nostro Josè Maria incarna perfettamente i valori di questo vino, portando con sé il corredo di caratteristiche che solo questo territorio può donare.

Passopisciaro Vino Bianco

I vini a base di Carricante e Catarratto sono i bianchi tipici dell’Etna. Si tratta di prodotti non meno vulcanici dei rossi, che nascono dalle stesse terre, capaci di crescere e dare il meglio anche ad altitudini maggiori. Mineralità, sapidità ed una freschezza indimenticabile sono i connotati distintivi di questi vini che non possono mancare su una tavola imbandita con piatti di pesce cucinati secondo le antiche ricette siciliane.
A breve sarà disponibile il nostro Etna Bianco Doc, ottenuto da uve di Carricante, piantate nei terrazzamenti realizzati sulla colata lavica.

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