Nerello Mascalese

Questo è il vitigno che meglio rappresenta il terroir dell’Etna. Un vitigno antico, profondamente legato a sistemi di allevamento e raccolta che si adattano ad un territorio, ostile e provvido allo stesso tempo, quello dell’Etna, in cui trova la sua miglior espressione.

Un vitigno autoctono siciliano con molte personalità

Storia e descrizione

Il Nerello Mascalese è un vitigno autoctono siciliano a bacca nera, come facilmente intuibile dal suo nome, che trova la sua massima caratterizzazione sulle pendici dell’Etna.

Caratteristiche uniche per un vitigno dalle radici antiche e che si caratterizza in modo singolare, a seconda dei micro territori in cui cresce, perché sull’Etna, nulla può essere standard e meno che mai lo sono i vini ottenuti da Nerello Mascalese.

Nerello Mascalese

Caratteristiche dell’uva

Il Nerello Mascalese si presenta con un grappolo compatto e di forma cilindrica, con una grande foglia trilobata. L’acino è di medie dimensioni e si caratterizza per una buccia molto pruinosa, di colore blu chiaro.

La vendemmia, specialmente per le uve coltivate ad alte altitudini, è decisamente tardiva ed avviene tra la prima e la quarta settimana di ottobre.

Le rese per ettaro sono molto variabili a seconda della zona di coltivazione: il Nerello Mascalese è noto per essere un vitigno ad alta produttività, ma sull’Etna si predilige la qualità, con rese basse, che arrivano a 60 quintali per ettaro, per il nostro Josè Maria.

Storia di un vitigno
che ha trovato casa sull’Etna

L’origine del nome di questo vitigno è facilmente intuibile: Nerello indica il colore delle uve, mentre Mascalese richiama il Comune di Mascali, ad Est dell’Etna, tra vulcano e mare, in cui questa varietà ha trovato la sua massima espressione e popolarità, restando la più coltivata per secoli, anche nei dintorni.

Nonostante le prime menzioni del Nerello Mascalese siano relativamente recenti, le origini di questo vitigno sono antichissime: pare che esso sia arrivato a Catania nel 728 A.C, trovando, poi, in epoca romana, sulle pendici del vulcano, il suo habitat ideale.

Sull’Etna, il Nerello Mascalese ha trovato il suo vero terreno fertile ed è qui, su queste terre vulcaniche, che continua ad essere coltivato, anche in condizioni estreme, tra i 350 ed i 1.000 mt sopra il livello del mare, ed allevato con la tecnica tradizionale dell’alberello, o a cordone speronato.

Il Nerello Mascalese di Passopisciaro

Passopisciaro, tra i comuni etnei, è il territorio che meglio accoglie le barbatelle di Nerello Mascalese, che qui crescono, vengono curate e danno frutti, non senza sacrificio e difficoltà.

Proprio ciò che sembra essere un ostacolo per la coltura della vite, come le altitudini elevate, le alte escursioni termiche tra giorno e notte e lo stress idrico, è diventato, insieme alla mineralità e alla sabbiosità del terreno, l’elemento che, non solo ha salvato negli anni molte vigne dalla fillossera, ma ha reso e rende letteralmente unici i vini ottenuti da Nerello Mascalese sull’Etna.

Nella vigna in Contrada di Feudo di Mezzo, a 600 mt sul livello del mare, accanto a viti giovanissime di Nerello Mascalese, piantate secondo l’antica tecnica ad alberello, Vita Nova ha conservato il vecchio vigneto, che ha circa 60 anni.

Caratteristiche e abbinamenti del vino Nerello Mascalese in purezza

I vini ottenuti con il Nerello Mascalese si contraddistinguono per il colore rosso rubino scarico, per una fresca acidità, per le note di frutti rossi e per i tannini gentili. La notevole alcolicità regala vini corposi e strutturati, sempre armonici ed eleganti.

A molti può sembrare incredibile ma le affinità che i vini a base di Nerello Mascalese hanno con quelli a base di grandi vitigni, come il Pinot Nero di Borgogna ed il Nebbiolo, sono numerose ed evidenti. Non si tratta certo di una parentela tra questi vitigni, nati a migliaia di chilometri gli uni da altri, ma di potenzialità simili, in grado di esplodere nel bicchiere.

La trasparenza del colore, frutto dell’assenza di acilati nell’uva, è la prima somiglianza che si nota tra i vini di Nerello Mascalese e quelli di Pinot nero, un’assonanza che torna anche in fatto di profumi, di eleganza e di delicatezza dei tannini.

La capacità di rispondere a grandi escursioni termiche è ciò che, invece, accomuna Nerello Mascalese e Nebbiolo, facendo sì che i vini prodotti da questi due vitigni abbiano una struttura ed una propensione all’invecchiamento molto simili tra loro.

Il Nerello Mascalese Doc, come il nostro Josè Maria, pur essendo da subito piacevole al palato, può maturare ed evolvere per anni, regalando delle bellissime sorprese a distanza di tempo.

I vini a base di Nerello Mascalese che nascono sull’Etna sono sempre diversi tra loro, riflettendo la tipicità del territorio, l’esposizione e l’altitudine della vigna di provenienza. Ad ogni vendemmia, il clima che ha caratterizzato l’annata dona alle uve sfumature sempre diverse.

Per questo, i vini a base Nerello Mascalese sono unici. La caratteristica che più li accomuna è la persistenza che, come una colata lavica etnea, scende lenta, cambiando in modo gentile ma definitivo tutto ciò che trova sul proprio cammino, a volte anche il pensiero.

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